Introduzione
Volendo riprendere ed ampliare i motivi che mi hanno portato ad aprire e gestire questo spazio sul Web, tutto dedicato all’evento del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, direi che il principale è ormai il sempre più possibile e vicino smembramento dell’unità stessa del Paese, ad opera di forze politiche ed economiche interessate alla secessione di parti del territorio di sovranità italiana.
Lo spirito che permea nella società italiana e nei componenti del governo infatti, su questo importante traguardo nazionale, non ci piace e lascia trasparire nella migliore delle ipotesi un quasi completo disinteresse istituzionale.
A Coazze, paesino in provincia di Torino in Val Sangone, sul campanile della Chiesa parrocchiale c’è scritto ben visibile “Ognuno a suo modo” !
Se questa scritta rende felici coloro che credono nel motto della Lega Nord “padroni a casa nostra” quale panacea ai mali odierni, ed alle difficoltà della società italiana, risulta invece essere soltanto l’anticamera del caos e dell’anarchia, nella quale sguazzeranno sempre più i furbi ed i prepotenti !
E’ in quest’ottica personalmente, trovo molto sgradevole l’insegnamento a scuola dei dialetti - che si tenta di far passare per lingua in più parti d’Italia - soprattutto considerando l’alta percentuale di extracomunitari o di cittadini italiani non autoctoni ormai presenti a tutte le latitudini del nostro Paese.
Sarebbe forse prioritario insistere ulteriormente sul corretto insegnamento ed utilizzo della lingua Italiana - sempre più “invaso” dalle brutture anglosassoni - per tutti, Italiani e non italiani che studiano in Italia.
A tal proposito ho espresso meglio questo concetto in un articolo pubblicato su giornale in linea di Salvatore Viglia Politicamentecorretto.com dal titolo : “Dialetti : Non ridiamoci sopra !” in data 18.08.2009° seguito delle proposte estive del Sen. Bossi.
Volendo riprendere ed ampliare i motivi che mi hanno portato ad aprire e gestire questo spazio sul Web, tutto dedicato all’evento del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, direi che il principale è ormai il sempre più possibile e vicino smembramento dell’unità stessa del Paese, ad opera di forze politiche ed economiche interessate alla secessione di parti del territorio di sovranità italiana.
Lo spirito che permea nella società italiana e nei componenti del governo infatti, su questo importante traguardo nazionale, non ci piace e lascia trasparire nella migliore delle ipotesi un quasi completo disinteresse istituzionale.
A Coazze, paesino in provincia di Torino in Val Sangone, sul campanile della Chiesa parrocchiale c’è scritto ben visibile “Ognuno a suo modo” !
Se questa scritta rende felici coloro che credono nel motto della Lega Nord “padroni a casa nostra” quale panacea ai mali odierni, ed alle difficoltà della società italiana, risulta invece essere soltanto l’anticamera del caos e dell’anarchia, nella quale sguazzeranno sempre più i furbi ed i prepotenti !
E’ in quest’ottica personalmente, trovo molto sgradevole l’insegnamento a scuola dei dialetti - che si tenta di far passare per lingua in più parti d’Italia - soprattutto considerando l’alta percentuale di extracomunitari o di cittadini italiani non autoctoni ormai presenti a tutte le latitudini del nostro Paese.
Sarebbe forse prioritario insistere ulteriormente sul corretto insegnamento ed utilizzo della lingua Italiana - sempre più “invaso” dalle brutture anglosassoni - per tutti, Italiani e non italiani che studiano in Italia.
A tal proposito ho espresso meglio questo concetto in un articolo pubblicato su giornale in linea di Salvatore Viglia Politicamentecorretto.com dal titolo : “Dialetti : Non ridiamoci sopra !” in data 18.08.2009° seguito delle proposte estive del Sen. Bossi.
Detto questo, è opportuno rilevare che in Italia, sentir parlare di antiche radici, oppure di tradizioni e consuetudini locali millenarie che si vuole far risalire a prima dell’epoca latina, è diventata negli ultimi 20 anni norma. Tutto ciò, in un carosello continuo sufficiente a far dimenticare nei cittadini più sprovveduti le ben più concrete e oggettive tradizioni Latine e quindi ITALICHE.
Intendiamoci, essendo residente in provincia di Biella, non voglio dire che dobbiamo dimenticare la ricetta della “Polenta Concia” ,
La Storia e le consuetudini locali sono e devono sicuramente essere integrative ma ritengo che non possa essere “sostitutiva” di quella Italiana che ci unisce !
Intendiamoci, essendo residente in provincia di Biella, non voglio dire che dobbiamo dimenticare la ricetta della “Polenta Concia” ,
La Storia e le consuetudini locali sono e devono sicuramente essere integrative ma ritengo che non possa essere “sostitutiva” di quella Italiana che ci unisce !
La scuola pubblica su questo argomento non dovrebbe quindi assecondare linee di pensiero ed insegnamenti di materie particolaristiche, tendenti a creare strumento di distinzione nella globalità della società italiana.
Il suo compito fondamentale dovrebbe essere tramandare e/o insegnare soprattutto la storia Unitaria del nostro Paese, tendente a costruire una società unita nel rispetto come era magistralmente descritto da Edmondo De Amicis nella sua immortale opera “Cuore” !
Fatta questa premessa e sullo sfondo del 150° anniversario dell’Unità d’Italia del 2011, ritengo sia il caso di sottolineare :
1) L’ importanza della Storia - insegnamento
2) L’uso politico della Storia - dal dopoguerra in avanti
3) I rischi che corrono i cittadini - quando la Storia viene ignorata o falsificata
Per evidenziare e sviluppare al meglio questi argomenti, ci serviremo di ogni supporto documentale riusciremo a trovare sull’argomento, quali articoli di giornale, brani di libri, lettere, fotografie e quant’altro servirà allo scopo, per informare e mettere in guardia i lettori, con termine ultimo la fine dell’anno 2011 !
Questo sarà quindi il mio contributo personale alla mia Patria, e resterà testimonianza disponibile ai mie Figli, che non avendo oggi un’età sufficiente a comprendere l’importanza dell’argomento, potranno farsi un’idea in futuro di ciò che il Nostro Paese è stato, ed è diventato !
L’avevo promesso loro in data 23 marzo 2009, con una lettera pubblicata sul Blog “Opinioni Monarchiche” dal titolo “Lettera ad un Figliolo italiano”
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