Carlo Alberto - Ancora spera in una Italia Neo Guelfa
Ancora il 1° Febbraio 1849 comunque, alla ripresa delle operazioni militari, Carlo Alberto di Savoia, ormai solo contro il nemico Austriaco, auspicava ancora al ricomponimento dell’originario programma neo-guelfo affermando nel Discorso della Corona in Parlamento : “Ci aiuteranno nel nobile arrigo l’affetto e la stima delle nazioni più colte ed illustri d’europa, e specialmente di quelle che ci sono congiunte coi vincoli comuni della nazionalità e della patria. A stringere viemmeglio questi nodi fraterni intesero le nostre industrie; e se gli ultimi eventi dell’Italia centrale hanno sospeso l’effetto delle nostre pratiche, portiamo fiducia che non siano per impedirlo lungamente”, e più oltre a conclusione del medesimo discorso affermava ancora : “La confederazione dei Principi e dei Popoli Italiani è uno dei voti più cari del nostro cuore e useremo ogni studio per mandarle prontamente ad effetto”
Ancora il 1° Febbraio 1849 comunque, alla ripresa delle operazioni militari, Carlo Alberto di Savoia, ormai solo contro il nemico Austriaco, auspicava ancora al ricomponimento dell’originario programma neo-guelfo affermando nel Discorso della Corona in Parlamento : “Ci aiuteranno nel nobile arrigo l’affetto e la stima delle nazioni più colte ed illustri d’europa, e specialmente di quelle che ci sono congiunte coi vincoli comuni della nazionalità e della patria. A stringere viemmeglio questi nodi fraterni intesero le nostre industrie; e se gli ultimi eventi dell’Italia centrale hanno sospeso l’effetto delle nostre pratiche, portiamo fiducia che non siano per impedirlo lungamente”, e più oltre a conclusione del medesimo discorso affermava ancora : “La confederazione dei Principi e dei Popoli Italiani è uno dei voti più cari del nostro cuore e useremo ogni studio per mandarle prontamente ad effetto”
E’ chiaro quindi che il Regno di Sardegna ed i Savoia aderendo a questo principio, manifestavano la volontà di realizzare l’unità Italiana non contro gli Stati preesistenti, ma con il loro coinvolgimento e se possibile con la loro collaborazione.
Possiamo così affermare che a causa delle autorevoli defezioni a questo programma, si giunse alla sconfitta di Novara e con essa alla fine di tutte le speranze “italiane”. L’indipendenza fu quindi compiuta dal Piemonte e da casa Savoia, che rispondendo “Al grido di dolore” proveniente dall’Italia oppressa, disponevano delle armi, della diplomazia ma soprattutto perché avevano affrontato l’impegno storico con una preparazione culturale, un programma ed una concretezza assolutamente assenti tra i rivoluzionari, sognatori e velleitari e dall’atteggiamento di tutti i Principi intriso di rancori per poter raccogliere attorno alla loro bandiera forze sufficienti al conseguimento degli obiettivi fissati.
Possiamo così affermare che a causa delle autorevoli defezioni a questo programma, si giunse alla sconfitta di Novara e con essa alla fine di tutte le speranze “italiane”. L’indipendenza fu quindi compiuta dal Piemonte e da casa Savoia, che rispondendo “Al grido di dolore” proveniente dall’Italia oppressa, disponevano delle armi, della diplomazia ma soprattutto perché avevano affrontato l’impegno storico con una preparazione culturale, un programma ed una concretezza assolutamente assenti tra i rivoluzionari, sognatori e velleitari e dall’atteggiamento di tutti i Principi intriso di rancori per poter raccogliere attorno alla loro bandiera forze sufficienti al conseguimento degli obiettivi fissati.
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