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Lo scopo di questo Blog "150° Unità d'Italia" è quello di raccogliere tutte le informazioni relative all'evento, e denunciare il tentativo di strumentalizzare la Storia ai fini anti italiani, così come denunciare l'impegno Istituzionale nel far passare questo importante traguardo il più inosservato possibile.

lunedì 13 dicembre 2010

Esami di Storia

Esami di Storia

30 marzo 2010

Dispiace che un bravo giornalista come Pino Aprile, per molti anni a capo di testate importanti, da “Oggi” a “Gente”, collaboratore di Sergio Zavoli nella sua famosa inchiesta “Viaggio nel Sud”, ed alla messa in onda di rubriche di apprendimento come “TV7” ecc., ha “sposato”, come tanti, la causa di un revisionismo anti-risorgimentale ed anti-sabaudo che, purtroppo, ben conosciamo e con il quale ci confrontiamo da lustri!
Nel suo ultimo saggio, “Terroni” – Piemme edizioni – il dottor Aprile, pugliese, accomuna l’esercito piemontese ai nazisti della strage di Marzabotto, ai marines delle operazioni più discusse in Iraq, assimilando le popolazioni meridionali post-unitarie agli Ebrei “travolti dall’Olocausto”, arrivando a contabilizzare in un milione di persone, le vittime dell’esercito italiano nel Mezzogiorno!!!!


Ed ancora: “Una parte dell’Italia, in pieno sviluppo, fu condannata a regredire e depredata dall’altra, che con il bottino finanziò la propria crescita e prese un vantaggio, poi difeso con ogni mezzo, incluse le leggi…Il Sud fu unito a forza, svuotato dei suoi beni e soggiogato, per consentire lo sviluppo del Nord…E non avrei immaginato che i Mille fossero quasi tutti avanzi di galera…Che il Regno delle Due Sicilie fosse, fino al momento dell’aggressione, uno dei paesi più industrializzati del mondo, terzo, dopo Inghilterra e Francia…”, e tanti altri “non sapevo” per accusare il Nord di ogni nefandezza politica, sociale, economica, morale ai danni del Sud.
Sarebbe ripetitivo ribattere personalmente al dottor Aprile, in quanto ho divulgato in questi anni  dati e fatti inconfutabili sull’arretratezza del Regno borbonico, il quale, terza potenza mondiale, collassò velocemente in poche settimane…
Mi affido alla risposta del dottor Mario Cervi, già collaboratore di Montanelli, giornalista, storico, il quale dalle colonne del “il Giornale” ricorda al collega che “ogni anno dal Nord arrivano al Sud ben 50miliardi di euro, domandandosi poi come un progressista come l’Aprile possa difendere uno Stato ove i cardini erano “Trono ed Altare”; porre sotto accusa l’amministrazione piemontese che giunse nel Mezzogiorno – continua Cervi – è fuorviante, in quanto oggi la maggioranza dei burocrati che amministra l’Italia è meridionale, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
Affermare, aggiungo,  che i Mille erano degli “avanzi di galera” mortifica una delle pagine più gloriose della nostra storia, quella che vide nei giorni precedenti il 5 maggio 1860 radunarsi a Villa Spinola, nella capitale ligure, centinaia di volontari, nella maggior parte giovani, provenienti da tutta l’Italia settentrionale, tra di loro il 69enne genovese Tommaso Parodi e l’undicenne Giuseppe Marchetti di Chioggia. Nello specifico i  1.089 che sbarcarono a Marsala risultavano così suddivisi per provenienza regionale: 435 lombardi, 163 liguri e nizzardi, 151 veneti, 11 trentini, 1 altoatesino, 21 friulani, 29 piemontesi, 39 emiliano-romagnoli, 82 toscani, 5 umbri, 11 marchigiani, 9 laziali, 1 abruzzese, 17 campani, 18 calabresi, 4 pugliesi, 1 lucano, 42 siciliani e 3 sardi.
Per metà erano operai, il resto studenti, professionisti, artigiani. La città che diede più volontari fu Bergamo, seguita da Genova, Milano, Brescia e Pavia. Partirono verso l’ignoto con l’entusiasmo sciagurato delle grandi imprese, contro il più antico ed esteso Stato della Penisola con 9 milioni di abitanti,  una capitale, Napoli, la più popolosa dell’Italia ma anche la più miserabile. Miseria ed analfabetismo erano le prime credenziali del Regno borbonico, ove le masse contadine erano abbruttite e sfruttate, con un poverissimo proletariato urbano, con una borghesia ed una nobiltà parassitarie, sorde ed arroganti, ove la vivace e colta “intellighenzia” era stata costretta al silenzio ed all’esilio dal Governo. Queste, purtroppo, caro dottor Aprile le inconfutabili verità della Storia, quella con la “S” maiuscola.
Il nostro voto non può essere che negativo per un’opera che vuole essere saggio e divulgazione storica, ma già letta ed arciletta, insomma un bel compitino copiato: voto 3.

Biblioteca storica Regina Margherita
Petramelara (CE)
Il Direttore Giuseppe Polito

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