150° Anniversario
Il debito pubblico alla proclamazione del Regno D’Italia
Nel 1861 venne gestito con lungimiranza
di Maurizio Lupo
5 luglio 2011
Venerdì 5 luglio 1861 il Senato, su proposta del ministro delle Finanze Pietro Bastogi, approva con 68 voti favorevoli e 4 contrari l’istituzione del «Gran Libro del debito pubblico del Regno d’Italia». Riunirà i debiti pubblici di tutti gli stati pre unitari.
La Camera completerà l’iter di approvazione il 10 luglio. A questa legge farà seguito, il 4 agosto 1861, quella «di unificazione dei Debiti pubblici d’Italia». Assommano a 2.400 milioni di lire, pari a oltre 10 miliardi e mezzo di euro odierni.
Lo Stato con maggiore debito pubblico era il Regno di Sardegna, con 1.300 milioni, spesi in opere strutturali e in spese militari necessarie alle imprese risorgimentali.
Il Regno delle Due Sicilie si presenta con 730 milioni di debito pubblico: 520 delle province napoletane e 210 di quelle siciliane.
Segue il Granducato di Toscana, con 140 milioni. La Lombardia ne ha 150, le province pontificie annesse ne hanno in tutto 31: 19 milioni la Romagna, 7 l’Umbria e 5 le Marche. Il Ducato di Modena entra in Italia con 18 milioni di debiti e quello di Parma con 12. Con questa contabilità in mano il governo di Ricasoli deve pianificare il domani. Ha deciso di seguire la rotta tracciata da Cavour. La neonata Italia insisterà nelle spese strutturali. Spenderà per realizzare tratte ferroviarie e rafforzerà esercito e marina.
Diventeranno le colonne per unire il Paese e tutelare la sua sicurezza e indipendenza.
Tratto da : http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/blog/hrubrica.asp?ID_blog=332
Osservazioni
Questo articolo di Maurizio Lupo, per certi versi è davvero illuminante. Intanto stabilisce che anche la peggiore politica pre unitaria in Italia, non era riuscita ad accumulare il debito imponente che ha “prodotto” la repubblica italiana negli ultimi 30 anni, poi serve a zittire una volta per tutte alcuni pseudo intellettuali del sud, definiti duosiciliani, che vorrebbero ricchissimo il Regno loro, depredato per sanare i debiti altrui. Ci sembra evidente infatti che un debito di 730 milioni di lire per un Paese che negli stessi anni, non aveva speso un centesimo in infrastrutture e non aveva dovuto pagare nessun costo di guerra, fosse un debito enorme e scandaloso, altro che potenza mondiale !
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