Finalità di questo Blog

Lo scopo di questo Blog "150° Unità d'Italia" è quello di raccogliere tutte le informazioni relative all'evento, e denunciare il tentativo di strumentalizzare la Storia ai fini anti italiani, così come denunciare l'impegno Istituzionale nel far passare questo importante traguardo il più inosservato possibile.

sabato 2 ottobre 2010

Risorgimento alla rovescia


Chiedo alla Redazione de “Il Biellese” la gentilezza di poter fare alcune precisazioni di carattere storico, alla lettera del Sig. Costante Giacobbe, apparsa martedì 28 settembre, in cui con una serie di fantasie e di banalissimi luoghi comuni, si pretende di contestare il Risorgimento.
E’ chiaro che in una Paese come il nostro, agitato da una politica che fa teatro, ed un teatro che pretende di dettare la politica, le falsità possano sembrare verità, ma la storia per fortuna risponde ancora alla semplice regola dei documenti e dei fatti.


In quest’ottica, mi preme ricordare non solo al gentile Sig. Costante Giacobbe, ma a tutti i lettori di questo giornale, che il brigantaggio nel sud Italia, non è nato all’alba dell’Unità come si vuol far credere in opposizione ai cattivi Piemontesi conquistatori, ma era già ben radicato in quelle province tanto da far parlare gli studiosi in merito, di “fattore endemico del sud”. Per ragioni di spazio non citerò testi ed autorevoli autori a difesa di ciò. È sufficiente infatti, leggere gli ultimi articoli apparsi su “Il Corriere della Sera” il 29.08.2010 a firma Giuseppe Galasso e sul “Il Sole 24 Ore” di inizio settembre a firma Alberto Casirati, per capire che il brigantaggio, era già presente a fine ‘700 prima ancora della calata rivoluzionaria francese nella penisola. Queste bande organizzate, servivano i baroni ed i grossi latifondisti locali per fruttare il popolo nella paura. Murat, Re di Napoli grazie alle baionette napoleoniche, dovette combattere il brigantaggio quando questo si rifece il trucco e divenne legittimista per comodo, per tornare ad essere quello che era sempre stato al ritorno sul trono dei legittimi Borbone. Tanto è vero, che i Borbone tra gli anni 1820 e 1848, scatenarono una vera guerra interna nel tentativo di debellarlo.
Per quanto riguarda la florida economia del meridione pre-unitario, possiamo consultare per brevità, Montanelli nella sua “Storia d’Italia”. Le industrie, ad esempio, erano attive in buona parte, grazie a dazi che potevano arrivare anche al 100%. Questo fece si che quando il meridione venne unito al resto d'Italia, le “famose” industrie del sud, si trovarono senza protezionismo e fuori mercato perché non competitive e incapaci di esserlo per cattive abitudini clientelari.
Passando ai primati tecnologici, si ricorda sempre la ferrovia Napoli Portici. Inaugurata nel 1839, la prima in Italia. 20 anni dopo però, la Napoli portici era sempre… la Napoli Portici, mentre in Piemonte i chilometri di ferrovia erano oltre 900, 500 in Lombardia e addirittura 250 nella rurale Toscana. Se è vero che la flotta mercantile napoletana era annoverata tra le più numerose del mondo, dovremmo chiederci a cosa servissero tutte quelle navi, se la mole dei traffici commerciali con l’estero, era nettamente inferiore a quello fatto registrare dalla piccola flotta mercantile Sarda. La risposta ancora una volta, viene dai documenti di carico e dai diari di bordo nei bastimenti. In un Reame dove non esistevano (quasi) le strade interne, le navi venivano impiegate soprattutto per il collegamento tra le principali città navigando sotto costa !
Ma le casse del Piemonte erano vuote, e quelle Borboniche stracolme di denaro, amano urlare gli amici neo-borbonici ! Bella scoperta, in Piemonte il denaro servì a finanziare la costruzione di infrastrutture e scuole e a pagare i debiti contratti nelle campagne militari o in riparazione di guerra per l’unificazione. Vale la pena di ricordare opere quale il Canale Cavour, o l’inizio dei lavori al traforo del Frejus nel 1857. Tutte opere costose al tempo quanto utili ancor oggi, mentre al sud, si depositava il denaro nei forzieri, senza ricadute e benefici sociali.


(la lettera del Sig. Costanzo Giacobbe del 28 settembre 2010)

Concludendo, e cercando di uscire da questa dannosa retorica, del pro e contro, quali sono i benefici pratici portati in dote al sud, dall’Unità d’Italia ?
Giustino Fortunato, meridionale e meridionalista scrisse : “Eravamo ancora, nel 1860, sul limitare del medio evo, quando, di botto, fummo cacciati nell'età moderna; o meglio, le due età s'incontrarono a un tratto, si mescolarono, si confusero nel modo più singolare e per via de' più stridenti contrasti. Nessun paese, per ciò, è più arretrato del nostro nel sentimento della libertà.”
Ecco, …lo Stato unitario portò in dote con lo Statuto Albertino un sistema democratico, da perfezionare certo, ma finalmente palpabile, base di ogni sviluppo e società moderna . Al tempo ciò, non doveva essere poca cosa se centinaia di patrioti meridionali erano stati pronti per esso a sfidare la forca. Troppo poco ? Allora citiamo Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio, che in un esemplare articolo sempre su “Il Sole 24 Ore” di agosto di quest’anno, per zittire una serie di variopinti articoli contro l’Unità del nostro Paese, firmati da “grossi nomi” del giornalismo italiano, ha voluto ricordare che grazie alla legge Casati, del febbraio 1860, e subito estesa alle province meridionali riunite alcuni mesi dopo, fu possibile la scolarizzazione di massa della popolazione e l’inizio dell’emancipazione femminile. Con questa Legge infatti, si creò la figura della Maestra, prima professione in Italia capace di portare le donne nel mondo del lavoro, e con essa si diede l’avvio alla scolarizzazione effettiva delle aree rurali, ma soprattutto, delle bambine, strappandole dalla loro secolare miseria, schiavitù e sottomissione.
Se questi argomenti oggi, …a pancia piena e a mente annebbiata dal caos che viviamo, possono sembrare piccole cose, è sufficiente rifletterci un istante con serenità, perché acquisiscano l’importanza di una rivoluzione epocale. Senza l’Unità d’Italia ciò non sarebbe stato possibile.

Bene ha fatto quindi il Sindaco di Marsala a ricordare nel 150° anniversario dello sbarco dei Mille, la “Storia”, non per dovere istituzionale, alla quale alcuni Sindaci del nord hanno già pensato di sottrarsi per opportunismo o ignoranza, ma per la consapevole gratitudine a quel preciso momento storico, che segnò per la Sicilia e per noi tutti il passaggio ad una nuova era !

Alberto Conterio
Commissario per il Piemonte di
Alleanza Monarchica - Stella e Corona

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