Finalità di questo Blog

Lo scopo di questo Blog "150° Unità d'Italia" è quello di raccogliere tutte le informazioni relative all'evento, e denunciare il tentativo di strumentalizzare la Storia ai fini anti italiani, così come denunciare l'impegno Istituzionale nel far passare questo importante traguardo il più inosservato possibile.

venerdì 13 novembre 2009

Il Punto di vista di chi ...l’Italia l’ha fatta !

Estratto dell’intervista a SAR il Principe Emanuele Filiberto di Savoia
apparsa su “Il Secolo XIX” del 07 Ottobre 2009

di Debora Badinelli

A pochi mesi dalla visita che, in occasione della campagna elettorale per le elezioni europee, l’Erede di Casa Savoia fece a Chiavari, accetta di entrare nel dibattito aperto dallo storico locale Giorgio "Getto" Viarengo che ha invitato il Levante a riscoprire le proprie radici risorgimentali e a far parte del comitato nazionale per i festeggiamenti del 2011, anniversario della nascita del Paese unito.
Emanuele Filiberto si sofferma sulla figura di Vittorio Emanuele II, che a Chiavari è ricordato con un monumento in piazza Nostra Signora dell’Orto, ma parla anche di politica.

Vive l’attesa del 150° anniversario dell’Unità d’Italia?
"Per Casa Savoia è un evento molto sentito, e siamo molto preoccupati per come le Istituzioni stanno gestendo questo anniversario così importante per tutti gli Italiani. Sa, nel celebrare l’Unità d’Italia si celebrano i nostri Valori, quelli per cui siamo considerati un grande popolo ed un Paese unico al mondo. Non farlo degnamente sarebbe assurdo! Oltretutto sarebbe una grande opportunità di marketing territoriale per rilanciare il Turismo con appositi eventi sparsi per il territorio, altro che spendere miliardi per "grandi opere" con la scusa dell’anniversario!"

Casa Savoia darà un contributo (culturale-storico) al comitato nazionale per le celebrazioni?
"Abbiamo realizzato una mostra itinerante "Casa Savoia, storia di una famiglia italiana" in cui per la prima volta dal 1933 vengono esposti i cimeli di Casa Savoia in un percorso che da Re Umberto II e Maria Josè ci porta fino al Risorgimento e al Padre della Patria Re Vittorio Emanuele II. La prima tappa è stata Cortina d’Ampezzo e ha riscosso un enorme successo di visitatori. Per l’inverno sarà a Milano, poi a Padova, Trieste, Torino, Palermo, Roma. Stiamo anche trattando con Genova; sarebbe un vero peccato non coinvolgere la Liguria, è una regione tanto amata da Casa Savoia, basti pensare che proprio qui la Regina Margherita volle trascorrere gran parte della sua vecchiaia."

Vittorio Emanuele II fu il primo sovrano del Paese unito. Che cosa le hanno raccontato i Genitori e la Famiglia del Suo Antenato? Con quali ideali affrontò il Risorgimento e il processo dell’Unità?
"Re Vittorio Emanuele II è, insieme al Duca Emanuele Filiberto, l’avo che ammiro di più. In lui si sono concentrati il senso dello Stato, la visione prospettica del futuro, l’acume politico e soprattutto una grande umanità e semplicità.
Ancora oggi nelle valli del Piemonte e della Valle d’Aosta, in cui il Re andava spesso per ritrovare la sua dimensione privata, le persone si ricordano di questo Sovrano. Semplice, spesso ruvido, vestito di abiti di montagna, intento a cacciare o a mangiare in compagnia dei valligiani.

Credo che Re Vittorio Emanuele II abbia saputo comprendere che la spinta Risorgimentale doveva essere guidata e incanalata. Senza la sua guida l’Italia sarebbe ancora divisa.
Ha compreso che l’Ideale Risorgimentale era qualcosa che veniva condiviso da tutti per la voglia di riscatto del Popolo Italiano. Ha anche capito che la forza dell’Italia Unita stava nell’essere una Patria di molte piccola Patrie.

I problemi che viviamo oggi con le lotte tra Nord e Sud non ci sarebbero mai state con il decentramento voluto da Casa Savoia per il neonato Regno."


Se dovesse spiegare alle Sue Figlie il significato del Risorgimento come lo descriverebbe? Cercando di trasmettere Loro quali valori?
"E’ il momento culminante dei Valori della Patria. E’ la massima espressione delle aspirazioni millenarie del popolo italico, il punto in cui si è concentrata la volontà e la forza per rendere finalmente Unita la culla delle Arti e della Cultura che tutto il mondo ha sempre riconosciuto alla Penisola Italica divisa e che nel 1861 diventava finalmente non più "un’espressione geografica", ma uno Stato forte ed unito tanto da arrivare ad essere Grande Potenza già nel 1888.
Sono i Valori del Risorgimento, quelli con cui sono cresiuto e che trasmetto a Vittoria e Luisa: il rispetto, la famiglia, le nostre radici Cristiane, il senso dello Stato."


Ci sono ideali, insegnamenti di Vittorio Emanuele II validi ancora oggi?
"Credo che il più grande insegnamento di Re Vittorio Emanuele II sia di essere semplicemente autentici. Rispettosi delle tradizioni e dei Valori senza scordare che siamo umani e che per questo possiamo sbagliare.

Un Re deve essere l’espressione dello Stato e lo Stato è composto per lo più da cittadini comuni, quelli che ogni giorno lavorano con fatica per la propria famiglia e per i figli.
Re Vittorio Emanuele II ha incarnato con un secolo d’anticipo il tipo di Sovrano che troviamo oggi nelle moderne monarchie europee. Vicino al suo popolo, unito al suo popolo."


Il dibattito politico ripropone piuttosto spesso il dibattito sull’unità del Paese. Qual è la sua opinione?
"Ci sono forze potenti in Italia che vogliono scardinarne l’Unità. In primis la Lega. C’è la volontà di distruggere ciò che si è creato con fatica e sacrificio. Non comprendono che se l’Italia fosse divisa verrebbe spazzata via dallo scenario politico mondiale, si ridurrebbe ad un ammasso di piccoli stati insignificanti nello scacchiere internazionale con ripercussioni gravissime per la vita di tutti i nostri cittadini.

L’Italia ha certamente bisogno di una profonda riforma nella gestione delle risorse. Non è accettabile che solo poche regioni del Nord sostengano l’intera economia del Paese. Questo però è accaduto a causa dell’abrogazione del Regio Decreto sul Decentramento avvenuta nel 1971. Quel decreto era l’essenza del vero federalismo fiscale. Ogni comune e provincia d’Italia si tratteneva la maggioranza degli introiti fiscali e ne mandava a Roma solo una piccola parte.

Dopo il 1971 tutto è cambiato e siamo agli attuali estremi. Come vede la Lega dice parecchie bugie. Con Casa Savoia il federalismo fiscale c’era già"


Tratto da http://www.emanuelefiliberto.eu/

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