I meridionali per la verità storica
Sono sempre più numerosi gli studiosi meridionali che, rifiutandosi d’appiattire le proprie posizioni sulle tesi duosiciliane che fanno cassetta… affermano senza mezzi termini la verità storica.
La Sicilia ed il Mezzogiorno in genere erano aree sottosviluppate
di Pasquale Hamel
Vice segretario generale dell'Assemblea regionale siciliana e docente a contratto
presso l’Università di Palermo, storico di formazione cattolica
“Sarebbe poco corretto diffondere l'idea che il Mezzogiorno, e la Sicilia in particolare, costituissero per quei tempi, delle aree felici in termini di sviluppo economico e sociale rispetto alle altre aree del Paese.
Se è vero infatti che proprio nel Mezzogiorno e in Sicilia erano riscontrabili fatti d'eccellenza, si trattava di casi isolati e non si può dire che essi fossero generalizzabili e cioè che le aree in questione godessero di quelle condizioni di sviluppo che una pubblicistica banale e superficiale, per fortuna minoritaria, continua a diffondere.
La Sicilia ed il Mezzogiorno in genere, erano aree sottosviluppate, assolutamente impermeabili ai processi di modernizzazione. Non si può, ad esempio paragonare la Sicilia alla Toscana o alla Lombardia, ne si può paragonare al Piemonte che, pur avendo un grosso debito pubblico, dovuto alle guerre cosiddette d'indipendenza e al finanziamento dell'economia di guerra, aveva già costruito le pre condizioni dello sviluppo.
Non parliamo, poi, sul piano culturale.
Se il Mezzogiorno in quegli anni esprimeva intellettuali di altissimo livello, molti di essi sarebbero stati i pilastri della nuova Italia, non si può dire che vi fosse stata una crescita culturale paragonabile a quella delle regioni del nord. La Sicilia ed il Mezzogiorno, con tassi di analfabetismo in molti casi del 99%, erano sicuramente lontani dai livelli culturali europei”.
Tratto da : Sicilia Informazioni, 27 ottobre 2010
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